Il d.l. 91/2014, convertito il l. 116/2014, ha consentito l’emissione di azioni a voto plurimo e di azioni con voto maggiorato e ha scardinato il sistema basato sulla proporzionalità tra il rischio del socio e il suo potere di incidere sulle decisioni sociali. Individuate le diversità in relazione alla natura e alla finalità dei due strumenti, si prendono in considerazione i principali aspetti critici che scaturiscono dalla loro introduzione. Per quanto riguarda le azioni a voto plurimo rileva, in particolare, la previsione della loro emissione inserita con clausola che modifica lo statuto e il riconoscimento o meno del diritto di recesso, come rileva anche l’emissione collegata all’aumento di capitale con limitazione o esclusione del diritto di opzione. Un rilievo specifico riveste il caso di emissione di azioni a voto plurimo precedente la quotazione della società. Tra le questioni connesse alla emissione di azioni che permettono l’esercizio del diritto di voto maggiorato, rileva il completamento della disciplina attuato con l’intervento della Consob, le modifiche alla disciplina delle offerte pubbliche di acquisto conseguenti all’introduzione della maggiorazione, nonché talune incertezze relative alla tutela delle minoranze. Per entrambi gli strumenti si pone qualche perplessità in caso di pegno, usufrutto, sequestro e cessione delle azioni. Una ulteriore novità introdotta dal legislatore riguarda il venir meno, per le società che fanno ricorso al mercato del capitale di rischio, del divieto di emettere azioni a voto limitato ad una misura massima o scaglionato.
Le azioni a voto plurimo e la maggiorazione del diritto di voto / Tedeschi, Claudia. - In: LE SOCIETÀ. - ISSN 1591-2094. - 10(2015), pp. 1073-1081.
Le azioni a voto plurimo e la maggiorazione del diritto di voto
TEDESCHI, Claudia
2015
Abstract
Il d.l. 91/2014, convertito il l. 116/2014, ha consentito l’emissione di azioni a voto plurimo e di azioni con voto maggiorato e ha scardinato il sistema basato sulla proporzionalità tra il rischio del socio e il suo potere di incidere sulle decisioni sociali. Individuate le diversità in relazione alla natura e alla finalità dei due strumenti, si prendono in considerazione i principali aspetti critici che scaturiscono dalla loro introduzione. Per quanto riguarda le azioni a voto plurimo rileva, in particolare, la previsione della loro emissione inserita con clausola che modifica lo statuto e il riconoscimento o meno del diritto di recesso, come rileva anche l’emissione collegata all’aumento di capitale con limitazione o esclusione del diritto di opzione. Un rilievo specifico riveste il caso di emissione di azioni a voto plurimo precedente la quotazione della società. Tra le questioni connesse alla emissione di azioni che permettono l’esercizio del diritto di voto maggiorato, rileva il completamento della disciplina attuato con l’intervento della Consob, le modifiche alla disciplina delle offerte pubbliche di acquisto conseguenti all’introduzione della maggiorazione, nonché talune incertezze relative alla tutela delle minoranze. Per entrambi gli strumenti si pone qualche perplessità in caso di pegno, usufrutto, sequestro e cessione delle azioni. Una ulteriore novità introdotta dal legislatore riguarda il venir meno, per le società che fanno ricorso al mercato del capitale di rischio, del divieto di emettere azioni a voto limitato ad una misura massima o scaglionato.File | Dimensione | Formato | |
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